Attualità
L'aumento è scattato già dalla scorsa settimana, il decimo rialzo negli ultimi 5 anni per i carburanti. Nel Belpaese, il segnale di ogni cambio di governo è proprio l'aumento della accise sulla benzina. In Italia la tassazione più pesante d'Europa, crisi economica o no, ancora una volta gli automobilisti vengono “spremuti” alla pompa! E noi paghiamo!
Sembra una legge “non scritta” della nostra amata odiata "classe" politica: aumentare le accise sui carburanti ogni volta che cadono e si rifanno i governi! Questa volta è di quasi +0,30 cent al litro, udite udite, è il decimo rialzo del prezzo della benzina nell'ultimo quinquennio. Ogni volta che cambia il Governo del paese, c'è il problema delle “risorse” da reperire in fretta ed in modo quasi “indolore”. Cosa fare allora? Se la domanda è quasi spontaea, la risposta è ahimè altresì “scontata”, ogni esecutivo di qualsiasi “colore” aumenta, senza pensarci sù più di tanto, le “famigerate” accise sulle benzine, dimenticando colpevolmente che gli incrementi anche contenuti hanno effetti diretti-indiretti molto pesanti per la capacità di spesa dei cittadini automobilisti, già depauperata dalla crisi economica perdurante. Con i carburanti, come una catena di Sant'Antonio di Stato, aumentano in automatico i prezzi al dettaglio, il costo dell'energia e pure l'inflazione. Iniziano allora i puntuali “appelli” delle associazioni dei consumatori, sindacati e Codacons vari, che reclamano anche al nuovo Governo, stavolta capitanato da Matteo Renzi, un provvedimento promesso dal 2004, leggasi l'attuazione di una legge che renda innocuo l'aumento dei prezzi dei carburanti evitando che la doppia imposizione fiscale (accise più Iva, ndr) si traduca in un'ulteriore “stangata” sul cittadino semplice. Anche il mercato dell'automobile quest'anno che mostrava timidamente la tanto attesa “ripresina” nelle vendite, (l'Italia, è pur sempre maglia nera nelle immatricolazioni dei principali paesi industrializzati, ndr), viene subito “strangolato” e fatto ripiombare in basso per gli effetti nefasti di tale improvvido provvedimento! Un incremento quindi, che di fatto è di 0,30 centesimi al litro, perché oltre al + 0,25 cent in accise, si deve aggiungere l'Iva, ossia 0,05 eurocent. Ogni ultimo governo, dalla Seconda alla Terza Repubblica, si ripromette sempre di abbassare la tassazione, ormai insostenibile sulle spalle e nei portafogli dei cittadini. Meno tasse per tutti quindi, per far “rifiorire” le spese, ma guarda caso, già dai primi “provvedimenti” si sbugiardano le promesse fatte, facendoci conquistare il tutt'altro che lusinghiero primato della tassazione pro capite più alta d'Europa! Per un prezzo medio alla pompa di 1,720 euro per un litro di benzina, paghiamo addirittura 1,040 euro di tasse, un importo pari al 60% del prezzo alla pompa, quando la media europea si attesta al 46%. Va un po' meglio per il gasolio, con un'incidenza fiscale pari al 57% sul prezzo base alla pompa: la media UE è del 48%, il primato stavolta va alla Croazia (61%), all'Inghilterra (57,5%) ed alla Svezia (57,3%) che ci precedono nell'ordine.
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