Col pieno di riso si va piu' leggeri!

I carburanti ecologici di seconda generazione saranno i più economici e si renderanno disponibili su larga scala grazie all’impiego nella produzione della lolla di riso. Non ci credete? Invece sara' proprio cosi'! La lolla di riso, nota anche come pula è il cascame della sbramatura del riso grezzo dopo la trebbiatura. Da sempre e' usata in giardinaggio come pacciame e soprattutto in zootecnia come lettiera per animali da stalla come bovini e cavalli oppure nelle avicolture. Il suo potere calorifico non e' affatto trascurabile, infatti ultimamente è utilizzata come combustibile in impianti di cogenerazione, spesso all'interno delle stesse riserie. La notizia dell'ultim'ora arriva dai ricercatori danesi la vogliono utilizzare come nuovo biocarburante ecologico, molto più economico degli altri per fare andare avanti tutti i veicoli in un prossimo futuro senza inquinanti. Sin dalla loro comparsa sul mercato automotive, i biocarburanti hanno dovuto affrontare sfide impegnative per diventare competitivi ed efficienti e diminuire il loro impatto ambientale. Dalle biomasse di prima generazione, davvero insostenibili perché originate con materie prime destinate al mercato alimentare, si è passati ai biocarburanti di seconda, ricavati da scarti e da altre biomasse immangiabili. Tali carburanti, malgrado il prefisso “bio” mostrano a livello produttivo ed industriale diversi svantaggi, collegati ai costi troppo alti degli enzimi (sostanze necessarie a trasformare i tessuti delle piante in zuccheri da cui ricavare combustibili non fossili, ndr). Le ultime ricerche in tal senso promettono di abbattere i prezzi, grazie alla totale esclusione degli enzimi dall'intero processo produttivo. Gli scienziati hanno scoperto recentemente che utilizzando un acido, la lolla del riso appunto, e non un enzima per trasformare la biomassa in zucchero e' molto più vantaggioso e molto meno costoso. Si tratta dell’acido HSO3H, nome in codice, ricavato dalla buccia del chicco di riso, una materia prima ampiamente disponibile come scarto, ricavata a seguito della trebbiatura, dal processo di sbramatura del riso grezzo. Dalla combustione della lolla di riso si ottiene, in modo facile ed economico, una grande quantità di ceneri e biomasse. Questo acido adesso, come gli enzimi prima, degrada la cellulosa della biomassa trasformandola in zuccheri, dagli zuccheri vegetali si ricava poi il bioetanolo combustibile. L’acido inoltre e' riusabile, non brevettabile e disponibile su larga scala, così come la cellulosa, la canapa, patate e l'amido di mais per l'auto biologica del futuro. La produzione di bioetanolo si appresta in tal modo a diventare più conveniente ed ecologica. L’utilizzo del bioetanolo al posto dei combustibili fossili, riduce le emissioni nocive prodotte da qualsiasi mezzo di trasporto. Poter disporre di processi produttivi “alternativi” per produrre biocombustibili è dunque la migliore soluzione dell'oggi, per ridurre l'impatto ambientale di ogni veicoli a motore ed arrivare ad una vera mobilita' sostenibile domani!