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Mobilità Consapevole

In Italia manca un efficace piano di sviluppo urbano sostenibile!

Secondo gli economisti e gli ambientalisti della Bocconi ai centri urbani e alle città italiane manca un piano strategico per lo sviluppo consapevole e sostenibile. Cosa ci manca per trasformare tutta la penisola in un Belpaese davvero "smart" e con una qualità dell'aria e della vita migliore?

In Italia manca un efficace piano di sviluppo urbano sostenibile!
SoS pedoni, ciclisti, automobilisti!

A Milano “quelli della Bocconi” hanno introdotto la prima tassa cosidetta “carbon charge” all'italiana: il famigerato eco-pass, che tutti i cittadini meneghini, pian piano hanno iniziato a conoscere ed apprezzare per gli effetti “benefici” sul traffico del centro e sulla qualità dell'aria. La modifica dei comportamenti e delle abitudini quotidiane per i cittadini funziona veramente solo se ci si sente partecipi e orgogliosi di una trasformazione e di un “reale” cambiamento nella direzione consapevole e sostenibile. Le città metropolitane italiane ed europee stanno cambiando, devono cambiare per preservarsi al meglio, per diventare luoghi “a misura” dell'uomo del Terzo Millennio. Cosa manca alle città italiane per essere 100% eco-sostenibili? Molto c'è da fare, con accurate “agende urbane” da seguire alla lettera, dettate da norme europee approvate già da anni. Non mancano opportunità importanti a livello internazionale e ingenti fondi da sfruttare senza aspettare, con le città e le pubbliche amministrazioni protagoniste per un futuro nuovo e più pulito. Programmi e progetti europei che richiedono alle città di impegnarsi nel sentiero della mitigazione e dell’adattamento usando linee guida, precisi indirizzi e suggerimenti diretti. Se urge un piano strategico nazionale per integrare gli aspetti ambientali sociali e economici per lo sviluppo urbano sostenibile, nessuna amministrazione al momento ne vuol sentir parlare. A livello mondo, più di una città lo ha già stipulato e portato a termine: New York, Londra, Amsterdam stanno già incamerando gli eccellenti risultati di tali e tanti consapevoli sforzi. Piani per una mobilità innovativa e per l'energia sostenibile ciascuno dei quali seguiti da azioni mirate, adeguati finanziamenti e responsabilità precise. La strada da seguire è già tracciata. Alcune di queste attività quali: eco-pass, bike-sharing, car-sharing sono quelle più evidenti e conosciute. Le aree urbane invece di cambiare pelle in “smart-city”, sono diventate “secondarie”, con le diverse competenze niente affatto integrate, tra Ministero delle attività produttive, Presidenza del Consiglio e Ministero dei Trasporti. Manca quindi un impegno chiaro del Governo, indirizzi e linee guida nazionali con una forte attenzione alla sostenibilità. Centro urbano e periferie dovranno interagire con quello che avviene al di fuori delle città stesse. Se una grande città ridisegna il suo sistema di trasporti in qualche modo incide su un territorio oltre quello urbano e che riguarderà una non meglio precisata "area vasta". La "smart city" del futuro è un laboratorio di innovazione. Questo comporta ulteriori responsabilità per gli amministratori: dalla salute dei cittadini ma anche un’opportunità enorme per rendere più attraenti i loro centri urbani. Ognuno di noi potrebbe adottare uno stile di vita “green” perché molte delle soluzioni dipendono da noi stessi, in qualità di consumatori-cittadini. Le politiche a livello urbano dovranno migliorare le infrastrutture, modificando il comportamento dei cittadini su mobilità e consumi energetici.

 

 

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