Per l'Agenzia delle Entrate, in futuro i viaggi in car-sharing saranno interamente rimborsabili come per i taxi!

Da recenti statistiche commissionate dalle associazioni di servizi di mobilità, si evince che i vantaggi fiscali per chi utilizza la “sharing-mobility” per lavoro sono diversi. Uno dei più interessanti è quello che riguarda la deducibilità dei costi per le aziende, secondo una recente circolare della Agenzia delle Entrate. Quelli che una volta si facevano chiamare “Equitalia”, hanno infatti stabilito che il car-sharing rappresenta un'evoluzione dei tradizionali sistemi di mobilità in città, quindi, se opportunamente documentati, anche i rimborsi da parte del datore di lavoro ai propri dipendenti, in relazione agli spostamenti effettuati all'interno delle varie sedi e filiali, rientrano tra quelli deducibili per intero, ai fini delle imposte dirette. Come ogni viaggio in taxi, ogni servizio di car-sharing in futuro, si uniformerà alle procedure di rimborso, in quanto, il rimborso dei costi di trasporto sostenuti dai dipendenti, per viaggi effettuati tramite la propria auto privata, sono deducibili per l'azienda solo se si tratta di spostamenti effettuati al di fuori del comune dove ha sede l'azienda. Equiparando il car sharing ai "cabs", dipendenti e aziende avranno d'ora in poi una chance in più per gli spostamenti urbani, godendo degli stessi vantaggi fiscali. Ogni utente utilizzando lo “sharing”, potrà usufruire della propria pagina personale, con accesso in tempo reale alle proprie fatture, la possibilità di scaricarle dal cloud su tablet, smartphone e pc, senza il rischio che queste vadano perdute, come può avvenire per le ricevute dei tassisti. Secondo i termini previsti da ogni società, il dipendente dovrà presentare la propria nota spese, allegando le fatture relative ai servizi “condivisi”, che verranno poi registrate dall'azienda. La nota spese dovrà riportare ogni spostamento affinché sia dimostrato che si tratti di un viaggio inerente ragioni di lavoro. Nella documentazione allegata invece non è rilevante il fatto che la fattura sia intestata al dipendente e non contenga alcun riferimento al datore di lavoro. L'importante è che risulti il collegamento tra incarico della trasferta ed il documento!

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