Mentre la Commissione Europea dei Trasporti decide e legifera sui futuri limiti delle emissioni gas inquinanti per autoveicoli privati e commerciali, l'Associazione Europea del Costruttori di Automobili dirama dati e statistiche tali da mettere in allarme le istituzioni europee su falle clamorose e gravi mancanze sulla distribuzione "non equilibrata" di punti e stazioni di ricarica per auto elettriche, ibride e plug-in, che ne stanno colpevolmente limitando lo sviluppo e l'acquisto. Il documento, che illustra il deficitario “status quo” della mobilità sostenibile futura, servirà per dimostrare che gli obiettivi proposti sono semplicemente irraggiungibili alla luce dei falli delle infrastrutture. Dalla ultima ricerca del settore, si evincono numeri drammatici ma chiarissimi. In data odierna in tutta Europa sono presenti ed attive appena 100mila colonnine di ricarica rapida concentrate per quasi l'80% in sole 4 nazioni, ovvero: Francia, Germania, Inghilterra ed Olanda che coprono appena il 25% del territorio dell'intera Unione. La nuova norma europea sulla CO2 che il Parlamento vuol far votare, prevede una riduzione del 50% delle emissioni inquinanti in pochi anni. Tutto ciò realisticamente richiederebbe addirittura 1 Milione di nuove stazioni "fast-charge" installate ogni anno, fino ad arrivare tra 10 anni alla cifra di quasi 9 milioni di “charging-point” attivi. Morale della favola “consapevole”? Le future leggi sulla riduzione totale di anidridi e particolati nocivi per la qualità dell'aria e la salute di tutti, dipenderanno dal boom di vendite di auto ecologiche che ahinoi, non ci sarà sicuramente prima di un fortissimo incremento e dell'immediata implementazione di una fitta rete di infrastrutture di ricarica “ad hoc” su tutto l'asse viario e non. Prima lo si capirà e prima la svolta sostenibile diverrà davvero realtà!

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