Statistiche
La sicurezza dei pedoni è sempre più messa “in discussione” a livello europeo. Bisogna tutelare i passanti e il coinvolgimento di altri incolpevoli negli incidenti stradali!
Più di 700 passanti deceduti e più di 20.000 quelli feriti più o meno gravemente. E’ fatto di codeste cifre “mortali”, registrate lo scorso anno in Italia dall’Istat, il bilancio che assottiglia giorno dopo giorno il profilo numerico degli utenti della strada più deboli, ovvero i pedoni. Cifre allarmanti che purtroppo hanno trovato nuovo “riscontro” a Berna, al XIII°mo Forum dell’UPI svizzero (Ufficio Prevenzione Infortuni, ndr.) dedicato alla sicurezza stradale nei piccoli centri e nelle grandi città europee. Anche i numeri osservati nel paese ospitante, non sono certo più confortanti dei nostri: nel 2010 sulle strade svizzere ben 780 sono stati i caduti sull’asfalto (tra feriti gravi e persone che hanno perso la vita). Dopo gli innumerevoli e incoraggianti progressi compiuti negli ultimi anni nel campo della sicurezza di automobilisti e passeggeri, è emerso con tutta la “violenza” del caso, il dato "shock" riguardo l'incolumità per chi va a passeggio. Si è annotato che la Svizzera è si ai primissimi posti per quanto riguarda la sicurezza degli occupanti nelle automobili, ma anche che da ben 5 anni il numero dei pedoni feriti gravemente o mortalmente non fa che aumentare, e poco ci si adopera per il miglioramento della sicurezza dei più vulnerabili, in particolare dei passanti giovanissimi ed anziani. Degna di nota la proposta del governo svedese per ridurre tale ecatombe pseudo bellica, che punta l’attenzione e attua la sua strategia chiave col miglioramento capillare delle infrastrutture, partendo sempre dall’assunto che: “Errare humanum est”, e che il sistema dei trasporti dovrebbe essere realizzato in modo da evitare incidenti o perlomeno danni gravi a cose e persone. Gli sforzi intrapresi nell’ultimo anno, sempre in Svezia, hanno permesso di ridurre il numero delle vittime a sole 28 per milione di abitanti (quasi la metà delle perdite calcolate in Svizzera, ndr). Infrastrutture anche elementari come percorsi pedonali senza interruzioni, attraversamenti più sicuri, velocità di marcia e sensi unici favorevoli ai pedoni, calandre frontali delle auto modificate e rese più protettive all'urto per pedoni e ciclisti, uno stile di guida più rispettoso e ancora più educazione stradale per le scuole di ogni ordine e grado, sono misure semplici, fattibili, mirate non solo a raccogliere ampi consensi presso l’opinione pubblica scandinava, ma a portare innumerevoli ed efficaci soluzioni al problema sempre grave della sicurezza pedonale europea. Cosa si aspetta ad attuare un modus operandi ed una filosofia del genere anche alle nostre latitudini? A chi spetta realizzare e mettere in pratica tutto ciò? Se non ora, quando salvarci la vita? Rappresentanti della politica, della legalità, dell’autorità legislativa, del mondo imprenditoriale e della ricerca scientifica adesso a Voi la parola aggiunta ad una richiesta esaustiva di “fatti”per risanare tale deficit di preziose ed incolpevoli vite umane morte per strada e non per caso!
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