Attualità
Il "nuovo" Governo Gentiloni introduce nuovi “paletti” per i tassisti, il noleggio con conducente e quelli di Uber!

Le proteste di tutti questi mesi dei tassisti contro Ncc e Uber non sembrano aver avuto buon esito. Il Governo ultimamente fa le classiche “orecchie da mercante” a tutti quelli a cui aveva promesso un riordino del settore trasporti locali, che non è arrivato e chissà quando mai arriverà. Un registro nazionale per le app, che dovranno avere sede legale in Europa. Controlli più stringenti sui servizi di Noleggio con conducente, che devono aspettare la prenotazione parcheggiati in rimessa. Ma anche nuovi limiti per i taxi, che non potranno sottoscrivere accordi-sconto con i clienti, al di fuori di quelli previsti dai Comuni. Il Ministero dei Trasporti ha presentato una bozza del decreto che prova ad ordinare il settore della mobilità locale. Mentre di una riforma complessiva si sono perse le tracce. Questo decreto interministeriale dovrebbe contrastare i presunti abusi degli Ncc, che ottengono la licenza in comuni medio piccoli o in zone molto periferiche del Belpaese, ma poi offrono il servizio nelle grandi città metropolitane, magari sfruttando app come Uber per corse senza tornare in rimessa. Il decreto vuol ribadire il principio di "territorialità", ovvero gli NCC, come previsto da una normativa del 1992, non possono stazionare e ricevere prenotazioni per strada ma devono iniziare e finire ogni corsa all'interno dell'autorimessa del Comune che ha rilasciato loro l'autorizzazione. A bordo poi devono tenere un foglio di servizio su cui indicare tutte le prenotazioni ricevute e spetterebbe a Comuni e Regioni vigilare. Una vera e propria "debacle" per Uber, che per funzionare ha bisogno di un ingente numero di autisti "on the road". Il decreto introduce altresi dei "paletti" per i tassisti, impedendo alle "auto bianche" di sottoscrivere convenzioni o sconti alla clientela (tranne quelle previste dai Comuni per anziani e disabili, ndr). Per Uber e le altre startup on-line, arriva l'obbligo di iscriversi ad un registro unico tenuto dall'Autorità dei Trasporti e di una sede in un paese dell'UE. Un altro "comma" vieta l'attività di intermediazione tra passeggero e conducente quando il contratto di trasporto che viene in essere è oneroso, che potrebbe stoppare anche i "tradizionali" servizi di radiotaxi. Quindi le novità contenute nell'attuale decreto rispetto alla norma sul trasporto pubblico locale del 1992 sono trascurabili. I controlli esistono già, ma Regioni e Comuni fanno poco o niente nel merito. Difficile che un nuovo registro possa cambiare le carte in tavola, mentre per la riforma complessiva del settore e degli altri servizi tecnologici dei trasporti, siamo davvero...in alto mare!
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