La pratica commerciale scorretta, consisteva, da un lato nel blocco di un considerevole importo sulla carta di credito dei propri clienti a titolo di “cauzione” a garanzia di eventuali danni arrecati all'autoveicolo, e dall'altro nella contestuale offerta onerosa di alcuni prodotti accessori volti a limitare la responsabilità per danni al fine di ridurre l'importo del deposito. La conferma della condanna dell'Antitrust, arriva dal TAR con una recente sentenza che di fatto respinge i ricorsi delle società di autonoleggio per contestare il provvedimento sanzionatorio. Dalle risultanze istruttorie acquisite risulta evidente la “mala pratica” commerciale con la quale, al momento del check-in, ossia del ritiro dell'auto, gli operatori delle più importanti società di “rent a car” condizionavano la volontà dei clienti ad acquistare extra servizi e prodotti non necessari rispetto al singolo costo del noleggio. Condotta scorretta e licenziosa, in quanto non corrispondente alla vigente regola del consumo, quale è quella in cui ogni professionista dopo aver fatto pagare il bene a noleggio mediante transazione on-line, dovrebbe solo assicurarsi della corretta custodia e del prudente utilizzo dello stesso attraverso la garanzia della carta di credito (non è possibile infatti noleggiare con la PostePay, ndr). E non finisce mica qui, la pratica commerciale riferita alle modalità di constatazione dei danni alle vetture, incolpava indebitamente lo sprovveduto cliente di un danno non provocato, gliene addebitava l'importo e lo obbligava a sporgere reclamo e attendere la restituzione di quanto indebitamente trattenutogli solo all'esito delle verifiche che, invece, il professionista diligente dovrebbe fare immediatamente, alla riconsegna del veicolo e non dopo. La morale in Italia è sempre quella: "Automobilisti tutti, stateve accuort!”.

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