La Scandinavia dice addio ai fruscii e alle stazioni radio non perfettamente sintonizzate!

La radio analogica tra qualche anno sarà solo un lontano ricordo per tutta la Scandinavia. Oggi inizia la Norvegia e come ampiamente annunciato anni fa, seguiranno a ruota, Svezia, Finlandia e Danimarca. Lo "switch off", ovvero il passaggio-progresso "tecnologico" dal segnale analogico a quello numerico continua dalla tivvù alla radio. Anziani, meno abbienti e nativi non digitali, per mancanza di possibilità economiche o di conoscenze tecniche non sembrano minimamente preoccupati ed i 3 milioni di autoveicoli in circolazione nel paese, sono già tutti in grado di ricevere il nuovo segnale e godere la perfezione del suono digitale. Soprattutto in questa stagione, l'Inverno, dove il clima nel Nord Europa è particolarmente freddo e ostile, l'info-mobilità in tempo reale può davvero fare la differenza. Il governo norvegese stima un grosso risparmio per le emittenti, che con il "tesoretto" potranno investire in trasmissioni di maggiore qualità di contenuti ed ascolto. Passare ad una rete digitale che possa raggiungere 6 milioni di persone in un paese prevalentemente composto di montagne e fiordi avrà un costo drammaticamente più contenuto e porterà un segnale "perfetto" senza disturbi né interferenza alcuna. E il Vecchio Continente che fa? Cosa aspetta? Senz'altro sarà superato e surclassato da Regno Unito e Svizzera, i prossimi candidati ad entrare nell'elitario "DAB-club". Francia Germania ci pensano ma ancora non agiscono, mentre in Italia, come sempre il progetto è pronto, ma fermo "ai box" causa le solite "difficoltà" di copertura dell'intero stivaletto. Se escludiamo il Trentino e l'Alto Adige, dove già da anni, è presente in via sperimentale il segnale radio digitale, in Italia appena il 60% della popolazione, quasi esclusivamente nel Settentrione può ascoltare la radio a casa come in macchina, senza fastidiosissimi rumori "bianchi" di fondo o improvvise perdite di sintonizzazione. Il sud e le isole come al solito, manco a pensarci, anche se il "Consorzio per lo sviluppo nazionale del DAB" stima un aumento del 10% della copertura da qui al 2018. Che altro aggiungere: "Chi vivrà, vedrà o ancor meglio degli altri, ascolterà!". Certo che in Scandinavia, cambiamento tecnologico "fa rima" sempre con migliore qualità della vita e rispetto dei cittadini-automobilisti. I giorni delle onde radio AM-FM almeno in Europa sembrano sulla strada del non ritorno, ma non per noi Italioti, che meritiamo abbondandemente il deficitario "status quo" attuale!