Così cambieranno le città del domani!

La Mobilità privata rappresenta uno dei settori cardine dell'economia, in futuro cambierà radicalmente per un margine di sviluppo e ricavo ancora più grande e sostenibile! Se prendiamo ad esempio un solo dato, ovvero che il 70% degli spostamenti nei centri urbani si fanno ancora per mezzo dell'automobile privata. Decine, centinaia di autoveicoli immobili, parcheggiati in aree di sosta per il 60% della loro vita utile. Quando le adoperiamo ne utilizziamo mediamente non più del 30-40% dello spazio disponibile. Tutto questo "spreco" di risorse, genera automaticamente un nuovo tipo di domanda di mobilità da soddisfare. Non a caso sempre più grandi case automobilistiche, ferrovie e compagnie aeree vogliono prender parte "giocoforza" a questo mercato. Nuovi servizi di car-sharing anche in Italia crescono, Car2g ed Enjoy tra i primissimi. La sharing mobility è uno dei segmenti più in crescita in termini di utenti e fatturato, incentivato dall’esplosione delle tecnologie digitali, in cui l’accesso si "mangia" letteralmente il possesso. Una recente statistica americana ha indicato per i quattro servizi più diffusi di car sharing, bike sharing, ride sharing,  parking sharing, tassi di crescita annuali del 30-40% e previsioni di fatturato tra 5-6 miliardi di dollari già per il 2020. Tutti i servizi di "sharing mobility" si basano su l'applicazione di soluzioni "mobiles", ovvero software per smartphone e tutti quei "devices" sempre connessi, che consentono all’utente di concludere il contratto di noleggio e di utilizzare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo il servizio "shared". Fondamentale poi è l'elemento “social”, ovvero la condivisione delle informazioni tra gli utenti attraverso canali di valutazione che consentono di ottenere risposte e riscontri positivi o negativi, una sorta di assicurazione a garanzia del servizio offerto. Offrire servizi facilmente frazionabili, secondo logiche di mercato allo scopo di eliminare ogni spreco ed inefficienza. La “sharing mobility” è vieppiù sostenibile, oltre che dal punto di vista economico anche da quello sociale e ambientale perchè ribadisce un vero e proprio "diritto" alla mobilità "pulita" contribuendo alla riduzione del traffico e delle emissioni inquinanti nelle aree urbane. Le uniche criticità sono ancora costituite da un quadro normativo poco chiaro, malgrado i vari appelli da parte delle associazioni di categoria per sostenere il settore con regole al passo con i tempi e con le nuove forme di business 2.0!