Il divieto di transito in alta montagna è esteso in Italia a tutti i mezzi a motore salvo autorizzati!

Mentre la Commissione Trasporti in Parlamento approva emendamenti per introdurre nel Codice della Strada il divieto assoluto per i mezzi motorizzati di percorrere sentieri boschivi. Le Regioni hanno fatto di più. Le Leggi Regionali aventi in oggetto le norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell’assetto ambientale parlano chiaro: “Su tutto il territorio nazionale è vietato compiere, con mezzi motorizzati, percorsi fuori strada. Tale divieto è esteso anche ai sentieri di montagna e alle mulattiere, nonché alle piste e strade forestali”. Il settore dell'off-road è poi tra quelli più rigidamente disciplinati a livello locale, proprio perché è nell'interesse delle singole amministrazioni promuovere i territori, senza pregiudicare la sicurezza e l'incolumità degli escursionisti professionisti e il benessere di tutti quei turisti che preferiscono percorrere i sentieri a piedi o non con mezzi disturbanti e inquinanti a motore. Ultimamente purtroppo in tutta Italia con le vacanze estive, si son fatti più frequenti gli episodi di “incontri ravvicinati” con “escursionisti motorizzati” che in sfregio a tutte le leggi e amanti della montagna e dei propri beni ambientali, invadono rumorosamente sentieri, mulattiere e prati con mezzi a motore per puro divertimento. Nonostante le leggi regionali vietino il transito di tali mezzi, ad eccezione di quelli di servizio o autorizzati, i sentieri e le aree protette, sono spesso malfrequentate da moto, motoslitte, quad e da altri veicoli "fuoristrada" che non dovrebbero assolutamente circolare da quelle parti. I permessi per transitare in alta montagna o nei boschi di solito sono rilasciati solo ed esclusivamente in casi particolari, giustificati o per il recupero di legname, oppure per lavori di pulizia boschiva. Come è noto per legge è proibito il transito sui pascoli, nei boschi, sui sentieri ma anche su tutta la rete della viabilità agro-silvo-pastorale (mulattiere, strade di servizio forestali e di accesso agli alpeggi). La distruzione talvolta irreparabile dei sentieri, in particolare per quelli con fondo in terra, delle zone prative e dei boschi; disagi sia per gli escursionisti e appassionati alla ricerca di un ambiente salutare, sia per coloro che vi si trovano per attività professionali o di altro tipo; infine problemi di sicurezza perché motocross ma anche motoslitte e "quad-ricicli" rendono precaria e rischiosa ogni forma d’escursionismo. Da anni tutto ciò accade su cime e itinerari non proprio vicini ai centri urbani e fuori dai percorsi motociclistici abituali. Pur comprendendo le esigenze degli appassionati delle due ruote, è indispensabile che la legge venga rispettata con ordinanze emanate e attuate dai Comuni e dalle Regioni. Quello che manca, quindi, è una normativa unica a livello nazionale che coordini e armonizzi le mille regolamentazioni adottate a livello locale. Arriverà mai?