Chi si mette alla guida non beve e non fuma!

Sì della Corte Costituzionale ai lavori socialmente utili per tutti quelli che “non appena” ottenuta la licenza di guida, saranno beccati prossimamente, su tutte le strade della Penisola, a guidare con un tasso alcolemico fuori dal normale. Per chi ha preso la patente B da meno di 3 anni come per le altre categorie di guidatori "pizzicati" in stato d'ebbrezza (con oltre 1,5 grammi di alcol per litro di sangue), la pena pecuniaria potrà essere sostituita quindi dai lavori socialmente “utili”. La Corte ha ritenuto infondata la questione di legittimità costituzionale, chiamata “in giudizio” dal Gip del Tribunale di Bolzano che riteneva illegittima la sostituzione della pena applicabile per il reato di guida sotto l'influenza dell'alcol da parte dei conducenti "a rischio elevato", con il lavoro di pubblica utilità (nei casi di giovani neopatentati fermati alla guida in condizioni psicofisiche “alterate”, con chiaro verdetto di colpevolezza dell'etilometro, ndr). Ricordiamo che per i neopatentati c'è la tolleranza zero: non possono bere neppure “un bicchiere” prima di mettersi al volante. Per tutti gli altri, vige il limite di 0,5 grammi di alcol per litro di sangue. Quando si viene beccati in tali “inumane” condizioni scattano automaticamente le condanne alle pene pecuniarie, oltre alle sanzioni amministrative accessorie della sospensione della patente. La Consulta ritiene che la possibile sostituzione della pena detentiva e pecuniaria con il lavoro di pubblica utilità apporti diversi “benefici” connessi allo svolgimento positivo di tale attività. Quindi, la regola vale per tutti, neopatentati inclusi: tranne che in caso di incidente, la pena detentiva e pecuniaria per guida in stato d'ebbrezza può essere sostituita, anche con il Decreto penale di condanna, se non vi è opposizione da parte dell'imputato, con quella del lavoro di pubblica utilità, consistente nella prestazione d'opera non retribuita a favore della collettività da svolgere nel campo della sicurezza e dell'educazione stradale presso gli enti locali o le organizzazioni di assistenza sociale e di volontariato, oppure presso i centri specializzati di lotta alle dipendenze. Il lavoro di pubblica utilità ha una durata corrispondente a quella della sanzione detentiva e della conversione della pena pecuniaria equiparando circa 250 euro ad ogni giorno di fatica “utile”. Non c'è spazio per i "furbetti", solo in caso di risultato “positivo” del lavoro svolto, il giudice fisserà una nuova udienza e dichiarerà estinto il reato, disponendo la riduzione della sanzione per la sospensione della patente e revocando la confisca del veicolo. In caso invece di violazione degli obblighi connessi allo svolgimento d'opera, il giudice, a richiesta del pubblico ministero o di ufficio, seguendo di pari passo il Codice di procedura penale, ha potere di disdire la pena sostitutiva, ripristinando la sanzione amministrativa, la sospensione della patente e la confisca. Il lavoro “socialmente utile” può sostituire la pena solamente una tantum, una volta sola!