Statistiche
Lo sapevate che il “Sistema Ulisse” da 12 anni, ci controlla in strada? In particolare monitora l'utilizzo dei sistemi di sicurezza, quando usiamo le cinture in macchina ed il casco in moto!
Quando inizia la Primavera, soprattutto nei fine settimana, tutto lo Stivale è percorso in lungo e in largo da milioni di vetture, ma non sempre autisti e loro familiari o amici a bordo si adoperano per la propria incolumità e sicurezza stradale, almeno questo è quanto svelato dalle ultime statistiche del “Sistema Ulisse”. In servizio già da dicembre 2000, Ulisse è gestito da Ministero dei Trasporti e dall'Istituto Superiore di Sanità, che realizzano cosi, attività di sorveglianza nelle diverse regioni italiane in collaborazione con gli operatori del sistema sanitario e dei trasporti sulla base di procedure e metodi di rilevamento ben collaudati, ponendo a disposizione della collettività, dati e statistiche periodiche, aggiornate sulle prevalenze d’utilizzo dei dispositivi da parte degli utenti della strada. Le rilevazioni sono relative all’uso appropriato del casco su motocicli o ciclomotori e delle cinture di sicurezza da parte dei conducenti e dei passeggeri trasportati a bordo (per esempio bebè, ndr) sul sedile davanti. Tali report vengono effettuati ogni mese su differenti tipologie di strade, principalmente urbane ed extraurbane. I dati usano anche “modelli” per sesso, fasce d’età e tipologia dei conducenti ed hanno “attivo”, a livello sperimentale: il monitoraggio sull’uso delle cinture di sicurezza sui sedili posteriori del veicolo (stimato dal “sistema” attorno al 10%), l’uso dei cellulari mentre si guida (circa il 9%) e sull'accensione delle luci diurne (quasi l'80% in zona extraurbana). Per quanto riguarda “le cinte”, gli ultimi dati, del biennio 2009-11, dimostrano che nelle aree urbane meno del 64% degli utenti le porta, con differenze comportamentali a seconda delle diverse aree geografiche del Paese: il 77% al Nord, il 65% al Centro e il 45% per il Sud e le isole. Da sottolineare positivamente che nell’ultimo decennio l’uso delle cinture di sicurezza è notevolmente aumentato con un +35 %. Positivissimo, se confrontato con l'anno 2000 in cui solo il 30% del totale le indossava. Sicuramente l’introduzione della patente a punti nel 2003 ha fatto registrare un’impennata nell’attenzione degli automobilisti con percentuali “schizzate” sino al 70% per poi decrescere negli anni successivi fino al dato attuale pari al 64%. Per l’uso del casco,”Ulisse” ha specificato che sulle strade urbane si è registrata una prevalenza d’uso attorno al 90%. Per le cinture, differenze “evidenti” fra le varie aree geografiche con un 99% nel Nord, il 93% nelle regioni centrali e il 76% nel Sud. I valori riguardanti l’uso del casco sulle due ruote motorizzate (da parte dei conducenti e di eventuali trasportati) non sono molto differenti da quelli rilevati all’inizio del millennio, perché la normativa che lo rendeva obbligatorio - Legge 472/1999 - aveva già prodotto nei primi mesi del 2000 un innalzamento significativo delle prevalenze d’uso di questo importante “mezzo di protezione stradale”. Prima dell’entrata in vigore delle nuove norme l’uso del casco, costituiva una rarità. Dai numeri forniti dall’Istituto Superiore di Sanità nel 1986, l’uso dello stesso si riferiva solo al 4% degli utenti su ciclomotore e il 15% in moto. Sempre secondo Ulisse, a differenza di quanto avviene per le cinture, l’uso dell'elmetto protettivo presenta una situazione a “macchia di leopardo” a livello locale, dove le differenze sono consistenti, nello stesso territorio provinciale da zona a zona, e nella stessa città da quartiere a quartiere. In termini di analisi dei costi-benefici, incrementare l’uso dei dispositivi di sicurezza costituisce l'azione di prevenzione più importante e meno costosa che c'è da attuare prima possibile, anche per raggiungere finalmente gli obiettivi di riduzione delle "vittime sulla strada" già da tempo fissati a livello europeo e nazionale. Allo scopo, che lo Stato italiano continui ad incentivare campagne promozionali e pubblicità “progresso” all’uso dei dispositivi di sicurezza, favorendo magari l’introduzione obbligatoria di altri già esistenti ma non ancora previsti, ad oggi dal Codice della Strada!
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