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“Sulla buona strada” col Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Data pubblicazione : 2012-06-22

Qual'è lo stato attuale e quali sono le prospettive future per la sicurezza stradale in Italia? Ce lo fa capire l'ultima “pubblicità progresso” indetta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che vede coinvolti molti volti noti del mondo dello sport e dello spettacolo.

“Sulla buona strada” col Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Tania è già "Sulla Buona Strada"

Sulla strada si muore, è vero, ma si muore sempre meno. Gli incidenti stradali dal 2001, in Italia, sono in diminuzione. Questo è un dato positivo, ma che non basta, perché gli incidenti stradali sono ancora la prima causa di morte tra i 14 ed i 40 anni. Le dimensioni quantitative della sicurezza stradale in Italia sono enormi, solo nel 2009, si sono registrati circa 215mila sinistri che hanno determinato più di 4mila morti e 300 mila feriti, per un costo sociale di circa 30 miliardi di euro (quasi il 2 % del PIL nazionale, ndr). Mediamente i decessi per sinistri provocati dalla strada sono circa 10 volte più numerosi dei morti per infortuni sul lavoro, le perdite “on the road” risultano ancora 10 volte più numerose dei morti per atti tragici o eventi delittuosi quotidiani. Sulla strada lasciano la vita in tanti, con percentuali 100 volte superiori di tutti gli altri mezzi di trasporto (nave, treno, aereo) messi insieme. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte nella fascia d’età fino a 40 anni e la prima causa di morte traumatica in assoluto, non esiste nel nostro Paese (e in nessun altro Paese sviluppato) causa violenta di mortalità e ferimento che per dimensioni e impatto sociale ed economico che si avvicini anche solo lontanamente agli incidenti stradali. L’evoluzione della sicurezza stradale italiana, prima del miglioramento degli ultimi anni, è caratterizzata da una fase di stagnazione e regressione di notevole durata e ampiezza. In particolare una stagnazione dal 1993 al 1995, una regressione dal 1996 al 2000, fino ad un miglioramento sensibile nell'ultimo decennio dal 2001 al 2009, con una intensa riduzione delle vittime: pari a -3mila morti (-40% in 9 anni) e -66mila feriti (-18% in 9 anni), avendo come prezioso riferimento l'ambizioso obiettivo fissato dall’Unione Europea nel suo Libro Bianco 2001, che prevedeva la riduzione della mortalità del 50% entro il 2010. L’Italia ha raggiunto quota -40% nel 2009, a fronte di una media europea del 36%. Dunque i tragici numeri da “guerra civile in tempo di pace” sulla strada possono migliorare realmente. Come fare? Come si è fatto dal 2002 in poi, anni in cui l’Italia ha avviato un processo di netto miglioramento della sicurezza stradale grazie anche ad un nuovo approccio sistematico e strutturato concretizzatosi con: l’adozione e l’attuazione del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale (PNSS) che contempla 5 programmi annuali di attuazione più di 1600 interventi coofinanziati, circa 500 milioni di Euro a carico dello Stato nei 5 programmi che, con il coofinanziamento hanno attivato un volume di investimenti di circa 1000 milioni di euro. Un'azione normativa più attenta e rigorosa, mai vista prima, nei confronti dei comportamenti a maggior rischio: l'adozione della patente a punti, l'ampliamento dei poteri degli organi di polizia e dei controlli, l'inasprimento delle sanzioni per guida sotto l’effetto di alcool o droghe (disciplina “Alcool zero” per i conducenti da anni 18 a 21, per i neopatentati e per chi esercita professionalmente l’attività di trasporto di persone o cose, ndr), una maggiore informazione e sensibilizzazione sui temi della sicurezza stradale a livello nazionale (in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca). Per approfondire il tema del futuro della sicurezza stradale in Italia e nel mondo vi consigliamo di seguire i nostri video ed i nostri aggiornamenti anche su iScuolaguida Tube!

 

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