Telecamere in aula d'esame per la patente di guida!

È perciò autorizzata l'attivazione degli impianti di videocontrollo già istallati.  Riportiamo un estratto della sentenza (cfr n.13355 del 25 dicembre 2011 Tribunale di Roma): "Essi, infatti, non mirano affatto a controllare l'attività dei lavoratori, sia pure per ragioni organizzative, produttive o di sicurezza, bensì hanno l'esclusiva finalità di controllare lo svolgimento delle prove d'esame per il conseguimento delle patenti di categoria A e B, rendendo peraltro pubblico all'esterno lo svolgimento di tali prove, in modo da garantire la. trasparenza delle procedure di selezione". In altri termini, non vi è alcuna attività di controllo, neanche indiretta, dell'attività dei lavoratori. Semplicemente vengono rese pubbliche all'esterno, con sistemi audiovisivi, le modalità di svolgimento di una prova d'esame. Che poi, incidentalmente, ciò comporti anche il controllo di coloro che sono deputati espressamente a far rispettare le regole di buon andamento delle procedure concorsuali, in veste di esaminatori, non ha alcuna rilevanza. Ad avviso di chi scrive, sostenere che in un caso del genere la pubblica amministrazione avrebbe dovuto ottenere, prima di procedere all'installazione delle apparecchiature, l'accordo con i sindacati, significa stravolgere la portata e la ratio della disposizione legislativa·di cui all'art. 4 dello Statuto dei Lavoratori. Tale previsione, come si è detto, ha lo scopo di impedire ogni forma di controllo .a distanza dell'attività dei lavoratori da parte del datore di lavoro. In questo caso non vi è alcun controllo a distanza, bensì la semplice proiezione all'esterno di quanto avviene durante la prova teorica dell'esame per il rilascio della patente. Peraltro, è stato rilevato e non contestato che l'attivazione dell'impianto dipende da una attività. manuale dello stesso esaminatore il quale, perciò, è perfettamente consapevole che a partire da quel momento, la prova d'esame sarà proiettata su schermi posti al di fuori delle aule d'esame. L'art. 4 dello Statuto, pertanto, non trova applicazione nel caso di specie. Tale impostazione appare assolutamente in linea, oltre che con la ratio della norma, anche con l'insegnamento della Suprema Corte, secondo cui, ai fini dell'operatività della disposizione in parola, è necessario che il controllo riguardi (direttamente o indirettamente) l'attività lavorativa, mentre devono ritenersi fuori dell'ambito di applicazione Jell1art. 4, i controlli diretti ad accertare condotte illecite del lavoratore (c.d. controlli difensivi) (cfr. Cass. n. 4746/2002). Ciò va affermato anche alla luce della più recente evoluzione di tale insegnamento, secondo il quale l'applicabilità dell'art. 4 va estesa anche ai controlli difensivi, ma soltanto quando i comportamenti illeciti riguardino l'esatto adempimento delle obbligazioni discendenti dal rapporto di lavoro e non la tutela di beni estranei, come in questo caso, al rapporto stesso (cfr. Cass. n. 4375/2010).