L'ingegnere al primo giro di prova!

La bicicletta solare è pronta ad uscire allo “scoperto” e via tutti a pedalare senza più pensare alle batterie o all'inquinamento ambientale! La “sana” e illuminante idea di riuscire a sfruttare l’energia solare per spostarsi è da sempre affascinante, ma la maggior parte dei velocipedi erano dotato di batterie, ed i pannelli fotovoltaici installati non facevano altro che aumentare di un 20/50% l’autonomia delle batterie. Moltissime altre due ruote del Duemila sono rimaste solo sulla carta o disegnate col Cad, dai design avveniristici ma dalle caratteristiche tecniche molto simili alle “altre”. La bici solare senza batterie è l’unico vero velocipede a pedalata assistita che può vantare emissioni zero e gli stessi costi di manutenzione di una bicicletta tradizionale. I pannelli fotovoltaici montati sulla mountain bike del giovane inventore canadese fanno “levitare” il peso totale della bici a più di 22Kg ma con la pedalata assistita il mezzo può raggiungere una velocità di 50 km all'ora! Un veicolo a due ruote di questo tipo ha però anche degli svantaggi: l’assistenza del motore c’è solo di giorno, a 2 ore dopo l’alba e poco prima del tramonto, il cielo non deve essere nuvoloso, senza ombre persistenti, l’erogazione dell’assistenza non è sempre costante (i pannelli fotovoltaici erogano energia "immediata" ed anche l’ombra di un palo provoca un rallentamento, ndr). La potenza erogata da una batteria  è molto più elevata rispetto a quella di un pannello fotovoltaico e con le batterie si possono affrontare salite, con pendenze esagerate ed avere partenze con accelerazioni più scattanti. Il pannello solare si consuma riducendo le prestazioni nel tempo, la vita media di tali prodotti è intorno ai vent'anni, ma se la qualità è buona c’è il "rischio" che duri più della bici stessa. Una bicicletta ad energia solare non è adatta per la mobilità in centro città, almeno in Italia. Le trafficatissime strade urbane, la scarse qualità e quantità delle piste ciclabili ne rendono l’uso non certo “easy” e rilassante. La presenza di abitazioni a ridosso delle strade e di viali alberati, creerebbero numerose zone d’ombra con una scarsa assistenza alla pedalata. Non è consigliabile nche in alta montagna ove i pochi watt a disposizione sulle “robuste” salite, potrebbero non bastare (l’assistenza c'è, ma per superare un 8% bisogna aiutare il motore, pedalando con foga, ndr). Questa bici è invece l’ideale per le gite fuoricittà, in campagna, sulle stradine asfaltate degli argini dei fiumi (per tutti quelli che vanno in bici solo nel fine settimana senza troppo allenamento, ndr) e per le personeche amano percorrere tanti km in maniera indolore e senza troppa fatica. Il giovane ingegnere sta ora studiando un telaio “speciale” e delle modifiche, suggerite dagli ultimi collaudi, che potrebbero rendere la sua creatura ancor più leggera, aerodinamica e performante, oltre che molto più gradevole all'occhio e protettiva nei confronti degli agenti atmosferici più comuni!