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Statistiche

In continuo calo il mercato d'auto in Europa
Data pubblicazione : 2012-01-28

Se Volkswagen si attesta a quota 8 milioni di veicoli venduti nel 2011 (+14%), con l'obiettivo di diventare il primo costruttore al mondo entro il 2018, la flessione di Fiat si inserisce nel calo generale delle vendite in tutto il vecchio continente. Se i tedeschi si preparano alle feste per un 2012 "iperattivo", i francesi scontano un 2011 "comsi comsa" con un -2% rispetto al 2010 ed un ribasso annunciato del 7% previsto per quest’anno. I gruppi Peugeot Citroën e Renault hanno conosciuto un calo anche delle quote relative al mercato interno: il primo perdendo più di un punto percentuale (dal 32,4 al 31,4), il secondo con un -2% (dal 26,7 al 24,7).

In continuo calo il mercato d'auto in Europa
Chi l'ha vist...Auto?-Scuolaguida.it

 Secondo i dati forniti dall'Acea, (Associazione Costruttori Europei dell'Auto, ndr)  a novembre le immatricolazioni "made in Europe" hanno fatto segnare una riduzione del 3,5% rispetto allo stesso mese del 2010, raggiungendo un livello di 1.030.414 unità. Nel periodo gennaio-novembre le immatricolazioni sono state 12.157.119, in calo dell'1,5% circa rispetto allo stesso periodo del 2010. Novembre amaro per l'auto, Fiat cede l'11,7%, calo delle vendite per il gruppo torinese con la propria quota di mercato che scende in Europa al 6,3% contro il 6,9% del 2010. Nei primi undici mesi del 2011 le auto immatricolate dal gruppo automobilistico sono oltre 886 mila, per una quota del 7% (il mercato dell’auto in Europa sta rispettando le previsioni negative fatte da tempo, però proprio ieri il titolo Fiat a Piazza Affari ha chiuso in rialzo del 7,14% a 3,6 euro mentre Fiat Industrial ha guadagnato il 3,70% a 6,45 euro). Proseguono all'interno del gruppo invece gli exploit di vendite per Lancia-Chrysler, che in novembre aveva aumentato "i volumi" del 22%, e per Jeep che sempre nel penultimo mese dell'anno registrava un aumento dell'85% e nell'anno del 63%). Anche il gruppo Peugeot-Citroen ha annunciato che nel 2011 le sue vendite sono scese, sia a livello mondiale, dell'1,5% a quota 3,5 milioni, che del 7% registrata in Europa, dove il primo costruttore francese ha fatto peggio del mercato, mentre le vendite sono cresciute nel resto del mondo. Per il 2012 Peugeot non fa previsioni, ma stima che il mercato europeo possa continuare a restare debole. La spesa degli italiani nell'acquisto di auto nuove quest'anno è stimata a circa 33 miliardi di euro, in calo del 5,5% rispetto all'anno scorso, nel contesto di un mercato previsto in ribasso del’11% circa, ha sottolineato l'Unrae (l’Associazione delle Case Produttrici Estere, ndr), con il costo medio salito dal 17.500 a 19.000 euro a seguito della fine degli incentivi all'acquisto. Le auto dei segmenti A e B, vale a dire le piccole e le utilitarie, stanno soffrendo maggiormente rispetto agli altri segmenti di maggior volume con un calo rispettivamente pari al 23% e al 16%, a livello geografico spiccano la contrazione nel Sud (-25%) e delle isole (-22%). L'Unrae ha confermato che il mercato dell'auto in Europa nel 2012 subirà un ulteriore calo, per attestarsi a 1.650.000 immatricolazioni, 100.000 in meno del 2011. Solo se si sapranno sfruttare le grandi innovazioni tecnologiche messe in atto da tutte le case produttrici, per la maggiore sicurezza ed economia dell'utente finale della strada, nonché il massimo rispetto per l'ambiente, con iniziative strutturali volte ad accelerare il rinnovo del parco, il mercato potrà riprendere valori più consoni alla salute duratura dell'intera filiera, che occupa attualmente più di un milione di addetti. Dopo i continui appelli alla standardizzazione delle regole ed alla necessità di seguire e rispettare quelle “made in Europe”, da noi per esempio, accade che per le auto aziendali il trattamento fiscale è molto differente dalla media europea sia per la deducibilità dei costi che per la detraibilità (100% nei principali paesi europei rispetto al 40% dell'Italia). Si parla di “età dell’indignazione” per descrivere la situazione economica attuale, e finora niente è cambiato, anzi, forse ci aspettano tempi ancora più duri e difficili di quanto visto finora. C’è il rischio reale di gettare al vento molti dei sogni “comunitari”, anche se questa situazione offre la possibilità a tutti noi di decidere il nostro futuro, battendo nuove “strade” sull’unità politica, economica e monetaria.

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