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Attualità

Bollo auto e moto storiche: le ventenni pagano o no?

A pochi giorni dalla scadenza del pagamento del bollo auto è il caos! La nuova normativa su autoveicoli e moto storiche approvata dall'ultima legge di Stabilità cancella l’esenzione prevista per i mezzi ultraventennali, mantenendola solo per quelli superiori ai 30, ma il bollo è una imposta regionale e non tutte sembrano d’accordo!

Bollo auto e moto storiche: le ventenni pagano o no?
Quando mia madre aveva 20 anni!

Come il vecchio detto: “Il mondo è bello perché è vario” sia sempre di proverbiale attualità e risponda ad assoluta verità di fatto è acclarato. Ma quando le diversità tendono a divenir “schizofreniche” anziché facenti parte di un contesto di regole ben definite, si preannuncia il caos! E’ il caso appunto della nuova legge di "Stabilità" del Governo Renzi, che eliminando le esenzioni dalle tasse automobilistiche per le auto d'epoca fra i 20 e i 30 anni. ha scatenato il "putiferio" tra gli enti pubblici e i vari ministeri. Alcune regioni stanno decidendo "autonomamente" di mantenere lo stato "ante rem" perché il vantaggio economico derivante dall'introduzione del nuovo bollo sarebbe vieppiù irrisorio oltre che un ulteriore aggravio di spesa per il pluritartassato cittadino-automobilista italico! Che fare? Quando pagare? I proprietari di auto storiche a questo punto inizieranno di certo ad avere le idee un po’ confuse. Fino allo scorso dicembre, le vetture iscritte all’Automobilclub storico “ASI” o a quello per le moto storiche “FMI” o ai tre registri nazionali Fiat, Lancia e Alfa Romeo non dovevano pagare alcun bollo o tassa governativa extra. Con la legge di Stabilità del 2015, si stabilisce che tutti gli autoveicoli, di rilevanza storica o meno, aventi meno di 30 anni devono pagare, abolendo di fatto la categoria degli “autoveicoli di particolare interesse storico e collezionistico”. Adesso viene il bello, poiché essendo il bollo auto un tributo locale, alcune regioni d'Italia (tra le prime Emilia Romagna, Veneto, Liguria e Lombardia, ndr) hanno deciso di “disobbedire” al Governo pronunciandosi contro la nuova tassa per “scarsa incidenza” sul bilancio regionale. La situazione è ancora “in divenire” e tutta da “rivedere”, con l’ASI che sta incontrando i rappresentanti locali per chiedere al Governo un ripensamento o una abrogazione “in toto” della norma. L'ASI si è opposto all’introduzione della tassa automobilistica, calcolando che a fronte di introiti per appena 7 milioni di euro si sarebbero realizzare perdite per svariati miliardi di euro. Di parere opposto l’ACI, che chiede norme “ad hoc” per le iscrizioni al registro della auto storiche, poiché secondo loro, solo 800 mila su 4 milioni lo sono, le altre 3 milioni e passa, sono solo “macinini” stravecchi di sicura rottamazione e che invece continuano a circolare quotidianamente per le strade del Belpaese inquinando solo. Nei giorni scorsi la metà delle regioni hanno manifestato la volontà di mantenere le “agevolazioni” per tutti i mezzi “storici” dai 20 ai 29 anni di vita. Se non verrà mantenuta l’esenzione, i proprietari saranno spinti a rottamarli quanto prima per evitare il rischio di dover pagare un'altra tassa molto elevata, in molti casi superiore al valore oggettivo del mezzo in loro possesso. In tal senso l’unico ente locale che avrebbe già deliberato un diverso regolamento per i veicoli ultraventennali è la Basilicata con l’applicazione di tariffe in base alla cilindrata (50 euro per veicoli fino a 1000 cc, 100 euro da 1000 a 2000 cc e 200 euro oltre i 2000 cc., ndr). Al momento avrebbero invece deciso di rispettare le nuove norme di legge richiedendo il pagamento “integrale” della tassa fino ai trentanni di vita: Abruzzo, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Molise, Puglia, Umbria, Valle D’Aosta, Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Marche, Sardegna. Morale della "favola" per dovere di cronaca e beneficio d'inventario, ricordiamo come le “utilitarie” di venti fino a trenta anni fa erano ancora dotate di una componentistica minimale e di costruzione solidissima, senza mai includere costi di smaltimento esorbitanti, invece quelle super "ingegnerizzate" attuali, con decine di metri di cavi elettrici e circuiti digitali al silicio "cattivo" al loro interno, hanno una sicurezza minima e devono essere smaltite o rottamate ogni 5-10 anni perchè costruite male oppure nate con difetti che ne pregiudicano la durata e l'efficienza. Meditate gente, meditate!

 

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