La ferrovia usata viene riempiegata!

Tratte ferroviarie di kilometri e kilometri che fino a pochi anni fa erano considerate da Trenitalia solo “rami secchi” e binari vecchi da chiudere e smobilitare immantinente per puntare tutto sull'alta velocità, adesso riprendono vita con il riuso e con la nuova moda del Velorail! Le “linee minori”, quelle ferrovie maltrattate come le “case chiuse”, quando non più necessarie al trasporto di viaggiatori e merci. Ma questi “antichi” tracciati nella maggior parte dei casi attraversano paesaggi storico artistici bellissimi e dove le meraviglie della Natura farebbero la gioia di qualsiasi turista anche non fervente ambientalista. Velorail oppure rail-bike o draisine, ovverossia mobilità lenta a pedali su rotaia. Sette anni fa nasceva la “Co.Mo.Do” (acronimo di COnfederazione per la MObilità DOlce, ndr), la prima associazione ad organizzare le “Giornate delle ferrovie dimenticate”, che fece conoscere il Velorail con iniziative in tutto lo Stivale allo scopo di condividere e far rinascere le strade ferrate abbandonate di ogni regione, rimuoverle dall'incuria e dallo stallo, rendendole di pubblico dominio, monumenti ferroviari dedicati anche al turismo “convenzionale”. Solo in Italia i tratti dismessi misurano più di 6 mila kilometri, linee non più occupate, smantellate e nella migliore delle ipotesi “trasformate” in piste ciclabili o chiuse al traffico e riadibite a metropolitane di superficie. Velorail non “tratta” solo treni storici o locomotive d'altri tempi che sbuffavano bianco vapore tutt'altro che acqueo. Esiste un'altra possibilità di mettersi in mobilità, lenta o dolce, chiamatela come più vi pare e piace, esportata e diffusa già da anni in mezza Europa, quella su carrelli o comunque mezzi di trasporto a pedali “riciclati” per circolare, senza pagar pedaggio su rotaie di tratti dismessi ed inutilizzati. Ne esistono diverse tipologie, ma nella maggior parte dei casi si tratta di carrelli montati su rotaia, molto semplici e spartani ma ancora in grado di “scarrozzare” due piloti ed un numero variabile di passeggeri. Diffusi soprattutto nel Nord Europa (dove è nata una vera e propria “Federazione Nazionale Velorail”, ndr) si sono rivelati una vera “toccasana” per gli appassionati di “turismo sostenibile”, perchè seguono i percorsi naturali e storici più suggestivi e percorrono le aree più ricche di riferimenti enogastronomici. Il successo della nuova moda è arrivato anche nel nostro Paese, dove prima d'oggi c'è stata solo qualche sperimentazione, sulla linea Palazzolo-Paratico nel NordItalia, oppure il convoglio storico a vapore “Treno Natura della Val d'Orcia” in Toscana ma anche in questo caso la tratta chiusa al traffico regolare nel 1994 potrebbe essere utilizzata più intensamente in combinazione col Velorail! Considerando le caratteristiche tecniche delle migliaia di kilometri di linee dismesse (altimetria, curvatura, intersezioni con altre vie di comunicazione, ndr) e la bellezza del paesaggio, il Velorail anche in Italia, potrebbe fare “boom” e prestarsi perfettamente a favorire il turismo straniero che notoriamente ama la nostra terra soprattutto perchè ricca di storia, arte, cultura, natura e piaceri enogastronomici sopraffini ed unici.