Tutto il Car-Sharing a norma di legge!

Per destinazione di un autoveicolo s'intende la sua utilizzazione in base alle proprie caratteristiche tecniche. Per uso del veicolo s'intende la sua utilizzazione economica. I veicoli possono essere adibiti a uso proprio o a uso di terzi. Si ha l'uso di terzi quando un veicolo è utilizzato, dietro corrispettivo, nell'interesse di persone diverse dall'intestatario della carta di circolazione. Negli altri casi il veicolo si intende adibito a uso proprio. L'uso di terzi comprende: la locazione senza conducente, il servizio di noleggio con conducente (ovvero NCC, ndr) ed il servizio cosiddetto "di piazza" (servizio taxi, ndr) per il trasporto di individui. Al comma 4 dell'Articolo 82 si indica con precisione, che se c'è scambio di denaro tra intestatario della carta di circolazione e terze persone, il veicolo dovrà essere immatricolato non come uso proprio, che è la forma usata di norma per tutti i veicoli privati. Al comma 5 si evincono i soggetti, nominati sul libretto di circolazione, che possono effettuare i servizi a terzi a fronte di una stabilita quietanza economica. L’Art. 84 descrive la “Locazione senza conducente”, chiarendo che chiunque destini a locazione senza conducente, un mezzo non rivolto a tale uso, rischia una multa salatissima, da 390 euro a 1600 euro, se trattasi di autoveicoli o rimorchi, da 40 euro a 160 euro se altra tipologia di veicoli. L’Art. 85 invece espone il significato di “Servizio di noleggio con conducente per trasporto di persone”: chiunque adibisce a noleggio con conducente un veicolo non destinato a tale uso ovvero, pur essendo munito di autorizzazione, guida un'autovettura adibita al servizio di noleggio con conducente senza ottemperare alle norme in vigore, ovvero alle condizioni di cui all'autorizzazione, è soggetto alla sanzione amministrativa da 155 a 630 euro e se si tratta di autobus, da 400 a 1600 euro. La stessa infrazione importa la sanzione amministrativa della sospensione della carta di circolazione da 2 a 8 mesi. Questo articolo regola quello che Uber Pool vorrebbe gestire con la sua celeberrima app, però la legge non prevede il car sharing condiviso, ovvero il cosidetto car pooling, il servizio praticato da Uber quindi è illegale e non può essere “coperto” dall’assicurazione perché nessuna compagnia copre i danni di un servizio irregolare. Quello attuale è un esempio di mobilità che in termini di consumi, oneri, emissioni ed occupazione del suolo in rapporto alle persone trasportate è già morto prima di nascere, per cui bisogna creare le condizioni perché soluzioni diverse, come la condivisione delle auto, siano possibili. Sono maturi i tempi, anche per il nostro Belpaese, di un adeguamento al resto delle norme europee con uno standard anch’esso condiviso modificando il nuovo Codice della Strada!