Non assumete mai medicinali prima di mettervi alla guida!

“Leggere attentamente il materiale informativo incluso, oppure il farmaco può indurre sonnolenza, influenzare la reattività di guida e la capacità di usare strumenti o macchinari”. Non ci facciamo troppo caso ma ci “imbattiamo” quasi ogni giorno in una moltitudine di avvertenze scritte in caratteri piccolissimi su foglietti illustrativi, altrimenti detti “bugiardini”, in cui si trovano tutte le informazioni relative al farmaco acquistato. Spazi dedicati agli effetti indesiderati che l'assunzione della tal pasticca o del tal sciroppo potrebbe avere sul paziente, condizionando le normali e comuni attività svolte durante la giornata. Ogni anno nel mondo, secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, ndr), circa un milione e mezzo di persone perdono la vita in incidenti stradali, nella maggior parte dei casi dovuti a banali sviste o errori di comportamento da parte dei guidatori, ad eccessiva di velocità, da colpi di sonno, alcool ed assunzione di sostanze stupefacenti. All'origine di questi episodi esiste una alterazione dello stato psicofisico della persona. L'assunzione di alcuni farmaci può influire colpevolmente sulla corretta conduzione di un qualsi autoveicolo. Molti farmaci interferiscono negativamente sulle funzioni motorie e cerebrali, come i medicinali per curare l'ansia e la depressione, le allergie e l'orticaria, artrosi, cefalea, emicrania, epilessia, nausea, ipertensione, l'insonnia e le malattie autoimmuni. La lista dei prodotti medicali che diminuiscono le nostre capacità alla guida è purtroppo vastissima, sono più di 4000: sonnolenza, vertigini, visione offuscata, confusione, disturbi visivi sono gli effetti che possono inficiare le nostre normali abilità. L'influenza dell'assunzione di medicinali sulla sensibilità alla guida e l'attenzione del conducente è spesso sottovalutata ed ai più sconosciuta, ma è una minaccia grande e sempre presente. Fare molta attenzione quando si è sotto cura, il periodo più critico di una terapia è la fase iniziale, quando non è ancora ben chiaro come reagirà il fisico ai farmaci, se compariranno o meno degli effetti indesiderati e con quale intensità. Nei primi giorni di trattamento sarebbe bene evitare di mettersi al volante. Se non è possibile, usare molta accortezza, evitando i viaggi prolungati o condizioni di traffico complicate. Molte pillole possono recare disturbo alla concentrazione, quelli che agiscono sul sistema nervoso centrale, possono altresi "turbare" le funzioni che sovrintendono alla guida, una delle più comuni e più complesse attività psicomotorie compiute quotidianamente da ogni essere umano. Considerando che milioni di automobilisti percorrono ogni giorno migliaia di chilometri su strada, e che presumibilmente fra di essi sono molti quelli che assumono farmaci, ci si rende subito conto delle dimensioni del problema, del rischio e di quanto sia importante adottare comportamenti idonei a prevenirlo. Il problema delle “interferenze” dei farmaci è piuttosto complesso e le cifre pubblicate sono sicuramente sottostimate. Gli esperti sottolineano, come ai fini della circolazione stradale si rivelino problematici soprattutto sonniferi e tranquillanti (ad esempio Valium o Rohypol o similari, che sono regolarmente assunti da circa il 10% della popolazione italiana, ndr). E' quindi notizia recente che la commissione UE, competente in materia, renderà obbligatorio l'inserimento, nell'etichettatura dei farmaci che causano sonnolenza, un “pittogramma” sui rischi del medicinale e l'incompatibilità con la guida sicura. È comunque “buona prassi” evitare di assumere qualsiasi “sostanza” psicotropa o farmacologica prima di mettersi alla guida e non associarla mai all'alcool o ad altri “preparati”. Medici e farmacisti dovrebbero tenere altamente in considerazione al momento della prescrizione di qualsiasi ricetta medica questo fatto oppure scegliere, per i loro pazienti, trattamenti più sicuri, ed in ogni caso informarli adeguatamente sulle conseguenze dell'utilizzo delle sostanze, avvisandoli di non mettersi in strada per tutta la durata della cura. Il consiglio insomma non è quello di interrompere la terapia ma di non guidare mentre la si segue, o comunque di contattare uno specialista in materia per conoscere la situazione ed i rischi correlati. I ricercatori spiegano infatti che non esiste una vera e propria relazione di causa-effetto tra una cosa e l'altra. Ma questa relazione esiste certamente tra l'imprudenza ed il rischio di fare o farsi del male. Meditate gente, meditate per non finire come questa signora che uscita di casa per far la spesa, è finita in macchina direttamente dentro al negozio!